Ci sono orologi che diventano leggende non soltanto per la loro tecnica, ma perché riescono a incarnare un’epoca, un’estetica e perfino un immaginario collettivo. Il Seiko 7A28-7000, meglio conosciuto come “Ripley“, è uno di quei rari casi in cui il confine tra orologeria, design industriale e cultura popolare si dissolve, lasciando spazio a un’icona assoluta.
Dietro questa creazione unica troviamo un nome che non ha bisogno di presentazioni: Giorgetto Giugiaro, uno dei più grandi designer italiani, capace di rivoluzionare tanto l’automobile quanto il mondo degli oggetti di uso quotidiano. Negli anni ’80 Giugiaro si cimenta anche nell’orologeria, e da questa collaborazione con Seiko nasce una collezione di cronografi che ancora oggi fa impazzire collezionisti e appassionati.
Siamo nei primi anni ’80. L’orologeria ha appena vissuto lo shock del quarzo, e i marchi si trovano di fronte a una nuova sfida: come rendere attraente un orologio al quarzo quando la precisione ormai non è più un vantaggio esclusivo? La risposta di Seiko fu chiara: design radicale e tecnologia all’avanguardia.
Il 1983 segna l’arrivo del Seiko 7A28, il primo cronografo al quarzo completamente analogico al mondo. Una pietra miliare che abbinava affidabilità, precisione e un’estetica diversa da tutto ciò che era stato visto prima. In questo terreno fertile, Seiko decide di affidarsi a Giugiaro per creare una linea destinata non solo agli appassionati di orologi, ma a chiunque fosse attratto da un linguaggio estetico moderno, quasi spaziale.
Il Seiko 7A28-7000 non è soltanto un cronografo: è un manifesto di design. La prima cosa che colpisce è la sua **asimmetria**. Il blocco dei pulsanti, con i tasti arancioni, sporge in maniera inconfondibile dal lato destro della cassa, quasi come una plancia di comandi di un’astronave.
Questa soluzione, geniale nella sua semplicità, non solo conferiva all’orologio un look immediatamente riconoscibile, ma aveva anche una funzione pratica: i pulsanti risultavano più facili da azionare, soprattutto in condizioni difficili o indossando guanti. È un approccio che ricorda molto da vicino il design automobilistico di Giugiaro, sempre attento tanto all’estetica quanto all’ergonomia.
La cassa nera, il quadrante profondo con indici e sfere dai contrasti netti in giallo e arancio, e il cinturino integrato in resina rinforzata completano un insieme che trasmette subito un’idea di futurismo e aggressività. È un orologio che non vuole piacere a tutti: vuole distinguersi.
Il Seiko 7A28-7000 guadagna lo status di leggenda soprattutto grazie al cinema. Nel 1986 compare infatti al polso di Sigourney Weaver, alias Ellen Ripley, nel film cult Aliens di James Cameron.
Non è un caso: l’orologio sembrava davvero uscito dal futuro, perfettamente in linea con l’estetica high-tech e claustrofobica del film. Da quel momento il cronografo venne soprannominato semplicemente “Ripley”, e ancora oggi è quasi impossibile non associarlo a quell’universo fantascientifico.
Per i collezionisti, questo legame con il cinema lo rende ancora più appetibile. Non stiamo parlando soltanto di un Seiko raro o particolare, ma di un pezzo di storia del costume. Indossarlo significa portare al polso un frammento di quell’immaginario anni ’80 fatto di neon, sintetizzatori e sogni spaziali.

Per capire davvero la portata del 7A28-7000 bisogna soffermarsi un momento su Giorgetto Giugiaro. Nato a Garessio nel 1938, Giugiaro è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi designer di sempre. Ha firmato automobili entrate nella leggenda come la Lotus Esprit, la DeLorean DMC-12, la Volkswagen Golf e innumerevoli altre. La rivista Car Magazine lo ha nominato “Designer del secolo”.
Il suo approccio al design è sempre stato guidato da due principi: funzionalità e avanguardia estetica. Nel caso del Seiko Ripley, queste due linee guida si traducono in un orologio che non teme di essere radicale, che rompe le simmetrie classiche dell’orologeria e che, al tempo stesso, rimane perfettamente indossabile.
La mano di Giugiaro si riconosce subito: basta guardare il modo in cui i pulsanti sporgono come a richiamare le pinne aerodinamiche di un’auto sportiva, o il contrasto cromatico deciso che sembra preso in prestito da una plancia di controllo futuristica.
Sotto la carrozzeria d’autore, il Seiko Ripley nasconde un cuore altrettanto importante: il calibro 7A28. Si tratta del primo cronografo al quarzo completamente analogico, con 15 rubini e una qualità costruttiva che oggi appare sorprendente per un orologio di quella fascia.
Il movimento consentiva la misurazione di tempi fino a 30 minuti, con contatori dedicati a ore 3, 6 e 9, e una precisione che gli orologi meccanici dell’epoca potevano solo sognare. Ma non era soltanto una questione di tecnica: la scelta di mantenere la visualizzazione completamente analogica era un atto di fedeltà verso la tradizione, in un’epoca in cui i display digitali spopolavano.
Oggi il Seiko 7A28-7000 è uno dei modelli più ricercati tra i collezionisti di Seiko vintage e non solo. La sua rarità, unita al legame con il film Aliens e alla firma di Giugiaro, lo rende un pezzo ambito, capace di raggiungere cifre importanti sul mercato secondario.
Nonostante siano passati oltre quarant’anni, il fascino del Ripley rimane intatto. È uno di quegli orologi che, appena indossati, attirano immediatamente l’attenzione: non importa che l’interlocutore sia un appassionato o un semplice curioso, quell’asimmetria e quei pulsanti arancioni sono impossibili da ignorare.
Il Seiko 7A28-7000 “Ripley” è molto più di un orologio. È il simbolo di un’epoca in cui la tecnologia guardava al futuro con ottimismo, in cui il design osava rompere gli schemi e in cui il cinema alimentava i sogni di milioni di persone.
Indossarlo oggi significa portare con sé un pezzo di quella storia, un oggetto che ha saputo resistere alle mode e che ancora oggi, a distanza di decenni, mantiene intatta tutta la sua forza comunicativa.
Per noi collezionisti, il Ripley non è soltanto un Seiko raro: è un manifesto culturale, un’opera d’arte da polso che racconta molto più di quanto sembri a prima vista.